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Organizzare un Viaggio in Islanda (estate)

Organizzare un viaggio in Islanda in estate, ecco le prime cose a cui pensare per pianificare un tour di base

L’Islanda è una terra semplicemente magnifica, ma vi posso garantire che nulla di scritto o fotografato può rendere giustizia alla bellezza naturalistica e culturale di questo paese.

La natura alla sua massima espressione

…questo penserete lasciando il paese quando, guardando fuori dal finestrino dell’aereo, rimarrete abbagliati dall’immenso Vatnajokull, la quarta massa di ghiaccio al mondo per estensione.

L’Islanda non è terra di mezze misure, è per questo detta la terra del fuoco e del ghiaccio. Nell’organizzare questo viaggio servirà allo stesso modo avere le idee ben chiare e non lasciare nulla al caso.

Le Basi per un viaggio in Islanda

Prima di cominciare a leggere questo lungo post partiamo dalle basi:

  • Viaggiare in Islanda NON è economico, ci sono dozzine di post che dicono come risparmiare ma proporzionalmente si spende comunque tanto. In tempi pre-covid alcune strutture andavano prenotate con 8-9 MESI di anticipo ed era molto probabile affittare un garage riconvertito in appartamento su airbnb alla onestissima cifra di 200€ a notte. Vedete il paragrafo sotto per i dettagli.
  • Viaggiare in Islanda NON è per tutti, in alcune zone remote per definizione, vi servirà un po’ di spirito di adattamento sul pernottamento e sui pasti. Inutile poi sottolineare che in Islanda c’è da camminare su sentieri anche impervi con un meteo sempre imprevedibile. La tematica del meteo non va assolutamente trascurata, ve la faccio breve, se c’è il sole ok ma se beccate 3-4gg di pioggia filati (probabilissimo anche in agosto) vi assicuro che un meteo come quello islandese può portarvi all’esasperazione. Tenete spesso monitorato il sito ufficiale per le eventuali segnazioni e le previsioni. in caso di allerta superiore alla gialla non mettetevi in macchina. una allerta rossa in Islanda implica di stare fermi dove si è in un posto sicuro, non è da considerarsi come la nostra in Italia.
  • Viaggiare in Islanda NON è facile, anche in estate ci sono una serie di imprevisti che vanno calcolati nella pianificazione dell’itinerario. Definire dove andare e dove fermarsi è forse la cosa più difficile. Inoltre le condizioni climatiche sono una enorme incognita quotidiana. A tal proposito fate riferimento al nostro post sulla Valigia per un Viaggio in Islanda in estate per maggiori info su come vestirsi.

Detto ciò, alla luce di quanto abbiamo visto, credo sia indiscutibilmente uno dei luoghi più belli (e fragili) del mondo.

Scegliere il volo per un viaggio in Islanda

L‘unico aeroporto internazionale islandese si chiama Keflavik “KEF” e si trova sulla desolata e lunare penisola di Reykjanes a circa 45min dalla capitale Reykjavik. L’aeroporto è ben collegato con la città con autobus di linea.

Partendo dall’Italia, diciamo che non è esattamente la tratta più low cost d’Europa continentale, anzi, direi che è sicuramente tra le più costose.

Gli scali più gettonati sono Londra, Amsterdam o Copenaghen ma da qualche anno Wizz Air opera l’unico diretto da Milano. In generale dovrete mettere a budget almeno 400€ a testa per il volo andata/ritorno.

Dimensionare il Viaggio

Veniamo ora al tour, mi preme di nuovo ribadire che quanto andrò ad illustrare è un tour base dell’isola. Questo significa che andremo a toccare i punti più famosi e importanti senza esagerare con gli spostamenti.

Per esser chiaro sul dimensionamento del viaggio vi ho preparato questa chiarissima e dettagliatissima immagine per aiutarvi a scomporre il vostro percorso in maniera equilibrata. Non fate che vedete tutto di corsa nella zona sud per poi star giorni senza far niente tra Akureyri e Borgarnes. Quella marcata in nero è la ring road principale, le righe in rosso sono opzionali; come vedete,servono almeno 9-10gg per fare una roba sensata e girare tutto il ring.

iceland tour islanda

Trovate un sacco di tour di una settimana per completare la ring road ma io vi sconsiglio di programmare cosi pochi giorni. Vi toccherebbe vedere molto di corsa la zona sud col risultato di avere già rimpianti nei primi giorni di viaggio.

Se state andando in Islanda per la prima volta il mio consiglio è quello di non strafare, il rischio in una terra cosi ricca ed emozionante è quello di aver veramente troppe cose da vedere. Come scrivevo nel mio articolo relativo al Giappone (leggete qui) io cercherei di bilanciare al meglio le attività ottimizzandole cercando di non annoiarsi mai ma allo stesso tempo godere delle bellezze naturalistiche senza l’obbligo di dover “timbrare” cartellini virtuali.

Come fare? vediamo…

Fate riferimento sempre alla cartina sopra per orientarvi, idealmente il giro base che trovate ovunque corrisponde ad un tour in auto in senso antiorario della ring road (quella in nero). A tal proposito, la guida di automezzi in questa terra merita un approfondimento che per vostra fortuna trovate già su questo sito, pazzesco eh?

Leggi anche: Guidare in Islanda – Tutto quello che devi sapere

Poi io ve lo dico, Non è che se fate il giro in senso orario fa schifo, anzi, analizzandolo bene col senno di poi, il giro che parte da Reykjavík e va verso nord è un vero “crescendo” di spettacolarità ma ve ne parlerò meglio quando riuscirò a farlo. Non siam qua a fare i teorici.

Bilanciare le giornate

Riservate almeno 2 giornate intere da dedicare esclusivamente a 2 escursioni che andrete a scegliere con chirurgica precisione tarandole sulla base della vostra prestanza fisica, troverete trekking per tutti i gusti. Dedicare questo tempo alle camminate è dal mio punto di vista fondamentale per un viaggio di questo tipo.

Per gli altri giorni io consiglio di non inserire mai più di 3 attività in un giorno, se avete già letto qualcosa dell’Islanda sapete che, ad esempio, ci sono almeno 10000 (diecimila) cascate, non è che le dovete vedere tutte.

A breve su questo sito: Le migliori cascate in Islanda con percorsi annessi

Tenetevi poi alcune mezze giornate per esperienze specifiche come quelle che andremo sotto ad elencare.

Cosa vedere in Islanda

Titolo molto complesso che richiede una premessa, io penso sia meglio vedere poche cose ma godersele, non tutti possono condividere il mio spirito ma tendenzialmente quel che trovate qui ruota attorno a questa considerazione: non limitatevi a scendere dall’auto scattare una foto e andarvene, esplorate!

La magnifica Skogafoss e una minuscola Dora

Partiamo quindi da un esempio semplice: le cascate. Ci sono alcuni luoghi che non si possono perdere anche se troverete molta gente a farvi compagnia. Godafoss, Skogafoss, Gullfoss e Dettifoss (forse avete pure intuito che “foss” significa cascata, perspicaci!) sono imperdibili per le loro proporzioni e la loro importanza storica, paesaggistica e naturalistica. I più pignoli di voi già staranno già dicendo:

“eh ma c’è anche quella… eh ma c’è anche questa… non si può non nominarle”

Ok, sono d’accordo ma il punto non è mettere una “x” su un elenco, e ricordatevelo perchè ne avreste centinaia di “x” da mettere e in pochi giorni non si può fare tutto.

Io vi suggerisco di scegliere pochi luoghi iconici e poi utilizzarli come base per scoprire i bellissimi percorsi che li circondano.

Esempio paratico: Avendo nominato Skogafoss non posso che partire dalla bellissima area di Fimmvorduhals che parte dalla cascata e va verso l’entroterra, a questo indirizzo trovate l’itinerario che è segnato come difficile perché è lunghissimo. Se come noi siete dei principianti limitatevi a fare i primi km risalendo il fiume che genera Skogafoss, troverete una zona fantastica situata fra i ghiacciai Eyjafjallajökull** e Mýrdalsjökull ricca di panorami mozzafiato e cascatelle, ideale per contemplare l’immensità e la bellezza della natura islandese. Se a questa giornata aggiungete Seljalandsfoss che è poco distante avete già chiuso la giornata.

Lo stesso discorso si può ovviamente applicare a gran parte dei punti di interesse,

**Forse avete già sentito parlare del Eyjafjöll, è il vulcano che sta sotto l’omonimo ghiacciaio Eyjafjallajökull e che nel 2010 ha paralizzato l’intera Europa con la sua eruzione.

Se poi volete esser pratici e vi state chiedendo quali siano questi luoghi “iconici” imperdibili allora ecco un breve elenco:

  • Cascate: Godafoss, Skogafoss+Seljalandsfoss, Gullfoss e Dettifoss
  • Luoghi Importanti: Thingvellir, Geysir, Hverir  

*Suggerisco queste esperienze perché offrono la possibilità di capire in prima persona i terribili problemi e tristi impatti dei cambiamenti climatici sulla nostra terra.

L’Islanda ha subito enormi impatti negativi per via del turismo negli ultimi anni, nel pianificare il vostro viaggio selezionate esperienze che vi permettano di entrare in contatto con la popolazione, con la loro cultura e con i loro problemi, non è facile ma bisogna provarci almeno un po’.

Collegamento Esterno – Leggi anche: Turismo Sostenibile in Islanda

La selezione dei luoghi e delle attività è difficile ma doverosa. Date uno sguardo al sito ufficiale del turismo islandese o su quello delle esperienze e navigate un po’ per farvi un’idea. Molto interessante anche l’aggregatore di prenotazioni attività Arctic Adventure.

Altre Attività da valutare:
– Escursione sul ghiacciaio di Sòlheimajokull
– Tour giornaliero in 4×4 nel Landmannalaugar

– Tour in 4×4 tra i crateri del vulcano Laki
– Tour in aereo da Skaftell Terminal
– Ice Cave nel ghiacciaio di Langjokull
– Snorkeling o diving nella Silfra Fissure
– Escursione a cavallo

Dove soggiornare in Islanda

Dagli hotel di lusso ormai presenti su tutta la ring road ai campeggi, la scelta è vastissima. Il problema principale è che in alta stagione l’Islanda è costosissima, mediamente dovrete considerare almeno 100€ a notte per un pernottamento in struttura. In alcuni casi la “struttura” è una casetta di legno tipo Cottage di minuscole dimensioni.

“Strutture” – Photo by Ben Eaton on Unsplash

Il vero risparmio sul pernottamento si avrebbe soggiornando sulla propria vettura (camper van o tende sopra il tettuccio dell’auto) oppure in un campeggio. Questo dipende dalla vostra volontà e dal tipo di viaggio che volete impostare. Nel fare la vostra scelta, tra le tante cose vi ricordo che in Islanda, anche in Agosto, c’è freddo.

Non credo si possa stilare una serie di pro e contro di un viaggio in camper van (molto popolari sull’isola) o in struttura, ognuna delle due soluzioni offre comodità e vantaggi. Diciamo che dipende unicamente da voi.

Noi preferiamo sacrificare un po’ la flessibilità del potersi fermare potenzialmente ovunque alla comodità di avere una struttura in cui fermarsi e riposare bene. Questo fa parte del nostro modo di viaggiare.

Seguendo il mio ragionamento il nostro primo consiglio è quindi quello di prenotare in appartamento/cottage in modo da poter avere flessibilità con gli orari e potersi preparare un pasto comprato al supermercato, il motivo lo trovate scritto nel prossimo paragrafo. Se potete prenotate direttamente dalle pagine dei gestori.

Potreste poi riservare un paio di notti in hotel della catena “Fosshotel” che sono molto costosi ma di discreto livello e con un grandissimo occhio alla sostenibilità. Noi abbiamo soggiornato in quello sul lago Myvatn, bellissimo. Se siete in una zona remota ricordatevi di prenotare anche la cena nell’hotel in anticipo, i ristoranti non sono cosi comuni in alcune zone fuori dalla capitale tipo questa:

Fosshotel Glacier Lagoon - KLH Massivholz GmbH
FossHotel Glacier Lagoon

Dove Mangiare in Islanda

Se pensate di pernottare in struttura scegliere un alloggio dotato di cucina ha molti vantaggi tra cui quello di risparmiare sul cibo.

I ristoranti sono veramente rari fuori dall’area della capitale e costosissimi, come un po’ in tutto il nord Europa, spendere 100€ a coppia se non vi accontentate di zuppe è il minimo sindacale.

I mio consiglio è quindi quello di individuare 2-3 eccezioni meritevoli e per il resto organizzarsi per mangiare in appartamento.
In Islanda ci sono tantissimi supermercati (i più famosi sono “Bonus” o “Netto”) anche se non è semplicissimo trovare cose da abbinare e mettere in tavola.
Abbiamo quasi sempre cenato nei nostri alloggi, mentre a pranzo acquistavamo dei panini già pronti nei supermarket oppure nei distributori (tipo gli N1) che sono sempre molto forniti di hot-dog.

Benzina e HotDog

Consiglio bonus: se avete prenotato in molti appartamenti portatevi un kit di emergenza per le cene e colazioni composto da risi pronti, noodles, biscotti, caffè solubile. Questo vi aiuterà in caso vi troviate in zone molto remote e dopo una intensa camminata arriverete in appartamento stravolti senza un supermercato nel raggio di 20km. Per info più dettagliate leggete il posto su come preparare la valigia.

Qualche trekking Suggerito?

Trekking area suggerita – Parco nazionale del Vatnajokull

Parliamo della zona dei sentieri “magici” per definizione, il parco del Vatnajokull. Diviso in aree geografiche l’enorme parco naturale offre centinaia di cartine aggiornatissime con percorsi sicuri e ben spiegati, questa cosa è fondamentale, non state andando a fare una passeggiata domenicale sugli appennini. Non dovrete essere creativi ma rispettare le regole, non si esce dai percorsi tracciati e questo vale anche mentre guidate sulle strade sterrate. Il sito del parco riporta anche in maniera impeccabile e precisa tutti gli avvisi su criticità che potreste trovare lungo i percorsi, vi assicuro che non sono un semplice contorno.

Svartifoss sul sentiero per la vista panoramica Sjonarnipa sul Skaftafelljokull

Trekking Area Suggerita – Thingvellir

Il parco nazionale di Thingvellir è molto esteso ed è ricco di punti di interesse. E’ un punto storicamente importantissimo in quanto la traduzione letterale del nome è una cosa tipo “pianura del parlamento”, questo perchè nell’anno 930 venne qui fondato l’Althing, forse il primo parlamento del mondo. I dislivelli qui sono molto limitati questo lo rende il posto perfetto per un trekking semplice da fare con tutta la famiglia tra natura e storia.

Photo by Mark Male on Unsplash

Quanto costa il Viaggio?

Per 14 giorni in Islanda ad Agosto 2020 in piena pandemia noi abbiamo speso cosi:

Come vedete, le tematiche che pesano sul bilancio sono:

  • Noleggio dell’auto: con assicurazione totale il conto è stato di oltre 1600€
  • Soggiorno: indipendentemente dal tipo di struttura (non siamo andati in campeggio) in estate è difficile spendere meno di 150€ a notte per una doppia.

Si ma… l’itinerario?

Questo è stato il nostro itinerario estivo, ho segnato i principali punti di interesse e dove abbiamo soggiornato (casette arancioni) per darvi un’idea di come si potrebbe scomporre il viaggio:

Mettete i vostri punti di interesse su una mappa(va bene anche aggiungere ai “preferiti” su google maps, la strada da seguire per un tour base è una sola, l’unica variabile in Islanda è rappresentata dal tempo di permanenza nelle varie zone.

Se vi riguardate la mappa in alto nel paragrafo sul dimensionamento del viaggio noterete che vi suggerisco di prenderla “soft” e forse è questa la cosa più importante in Islanda, non star li a guardare l’orologio continuamente ed esser tranquilli che anche in caso di probabile brutto tempo, ok, ci potrebbe essere potenzialmente una seconda chance per un luogo. Questo è importante per le persone che non pensano come il sottoscritto di tornare in Islanda decine di volte nei prossimi anni.

La strada da fare in auto sarà molta (considerate almeno un giorno perso in trasferimenti) è importante ammortizzare questo tempo per non stancarsi troppo e a maggior ragione vi invito a scegliere con cura le attività dedicandoci semplicemente il tempo necessario a viverne la magia.

Se avete qualche richiesta particolare scrivete sotto nei commenti o sulle nostre pagine social, ci piace condividere le informazioni.

Buon Viaggio!

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Guidare in Islanda – Tutto quello che c’è da sapere

Se siete in cerca di informazioni su quali possono essere le problematiche e le incognite di un viaggio on the road in auto in Islanda, in questo articolo andremo a elencare tutte le cose da sapere prima di guidare in una terra magnifica ma ricca di insidie. Dopo aver prenotato l’aereo e aver definito un bel tour di base (troverete articoli dedicati prossimamente su questo blog) non resta che passare alle sistemazioni e alla spinosa questione “mobilità”.

E’ importante chiarire fin dall’inizio che i seguenti consigli si riferiscono ad un viaggio estivo in Islanda. Le condizioni meteo invernali sulle strade sono veramente estreme e vi consiglio di informarvi bene prima di partire.

In questo articolo partiremo dalle basi, quindi se siete qui per consigli pratici su f-road e percorsi particolari saltate all’articolo dedicato, se invece vi piace leggere perché sono simpatico allora eccoci:

Islanda, guida sulla corsia di destra, come da noi, cartelli stradali identici con alcune varianti tipiche delle zone montane (facilmente intuibili), i cartelli che regolano l’accesso alle f-road invece sono tutti in doppia lingua.

La prima cosa a cui è necessario prestare attenzione sono i limiti di velocità, sono da rispettare rigorosamente in quanto la polizia islandese è molto zelante da questo punto di vista, giustamente. Non ci sono molti autovelox fissi ma ci sono molti controlli, le multe per eccesso di velocità possono raggiungere migliaia di euro, fate attenzione.

C’è poi una dinamica di guida che è diversa dalla mobilità italiana ed è la gestione delle precedenze nelle rotonde a 2 corsie, chiunque voglia uscire (anche nelle corsie più interne alla rotatoria) ha la precedenza. Se siete nella corsia esterna e volete proseguire senza uscire dovrete fare molta attenzione a chi vorrà tagliarvi la strada per uscire.

Le strade

Photo by Andrew Ly on Unsplash

Abbiamo appena cominciato e avete già letto “f-road” due volte, non è tanto per il posizionamento sui motori di ricerca, quanto per introdurvi un argomento molto delicato ossia quello del “fin dove posso andare con la mia macchina?!”.

Questo è un tema importante perché ci sono almeno 3 livelli di strade ufficialmente riconosciute e regolate:

  • Paved
  • Unpaved o Gravel Road
  • F-Road

È fondamentale capire la differenza prima di guidare in Islanda ma non dovrete faticare molto per capire come sarà composto il vostro tour; il potente sito ufficiale delle strade islandesi e il relativo sito per la sicurezza sono pressoché infallibili e aggiornati praticamente in realtime.

Se questa cosa vi sembra un po’ da ossessionati ansiogeni ve la faccio breve, questi siti li dovete monitorare quotidianamente, una strada che oggi col sole è bella e piacevole, domani con pioggia e vento potrebbe essere un inferno.

Andiamo però per gradi e partiamo dal facile.

Guidare in Islanda sulle strade “normali”

Le paved road sono le strade asfaltate, facili da percorrere e lisce come la seta. L’Islanda ha da qualche anno chiuso la “ring road”, quella identificata col numero “1”, che è tutta ufficialmente asfaltata. Su queste strade potete anche andarci con classiche citycar, anche compatte.

Photo by redcharlie on Unsplash

La ring road vi permette di raggiungere gran parte degli innumerevoli punti di interesse dell’isola senza impazzire. Ci sono dei però? Ovviamente si!

L’unica cosa che mi sento di consigliarvi è quella di evitare le “micro” macchine, in alcuni punti potrebbe capitarvi di fare anche un piccolo pezzo di strada sterrato, in Islanda non è difficile, evitate di star li con l’ansia di rompere qualcosa, le sterrate possono essere parecchio inclementi.

Seconda cosa è il fattore meteo, una piccola citycar nelle giornate di vento può essere molto instabile. Il vento in Islanda arriva ad essere molto forte e non è affatto raro (in 12gg ho beccato 3-4 gg di vento forte)

Concludendo: se il vostro itinerario si svolge per lo più (intendo almeno il 90% della strada totale), su ring road o paved road allora consiglio una macchina small ma di medio livello (Esempio Golf o Kia Ceed o similare).

Verificate di avere una copertura assicurativa anche per il poco di strada sterrata che fate, voi andrete piano probabilmente, ma fidatevi che incrocerete molta gente a velocità sostenuta, è facile che vi arrivino dei sassi.

Guidare in Islanda sulle Gravel Road

Photo by Dorien Monnens on Unsplash

Passiamo ora alle gravel road, banalmente le strade sterrate, queste sono sempre indicate con apposito cartello e possono essere percorse anche con mezzi 2WD.

Lo stato di queste strade è variabile, magari sotto vi faccio un elenco di quelle che ho fatto io. Mediamente sono molto polverose e piene di buchi anche profondi, con una macchina compatta potreste essere obbligati a procedere ai 30-40km/h su un limite di 80km/h. Quando piove diventano facilmente dei pantani dai quali uscirete con la macchina marrone.

E’ bene precisare che per raggiungere alcuni posti in particolare (ad esempio il lato est di Dettifoss o per arrivare a Stykkisholmur da Borðeyri) è necessario fare svariati km su strade di questo tipo, non si parla di 1-2 km ma di 50-90km.

Fate i vostri conti.

Se intendete precorrere un buon chilometraggio su questo tipo di strade (400-500km) allora il mio consiglio è noleggiare un mezzo di medie dimensioni, un SUV tipo la Dacia Duster (molto popolare in Islanda) o il Nissan Quashqai vanno bene. Assicuratevi di avere la ruota di scorta (spare wheel) e di avere una buona assicurazione per la tipologia di strada. Guidare su strade cosi dissestate e remote senza copertura assicurativa degna è da irresponsabili. Molte compagnie non rispondono in caso di rottura delle parti meccaniche se l’auto è stata usata su gravel road e vi assicuro che alcune sono parecchio sconnesse e in alcuni casi le pietraie potrebbero danneggiare le ruote. Usate sempre la cautela del caso e guidate con prudenza, non sono le strade sterrate vicino ai fossi della pianura padana.

Leggi Anche: Noleggio Auto – 8 cose da verificare prima di partire

Le strade sterrate che vi consiglio:

Ecco alcune semplici Gravel road, fattibili anche con 2WD ma meglio se le fate con un bel SUV per esser più comodi e sicuri:

Road 864 – Questa sterrata è stata definita “horrible” dalla tizia che ci affittava il cottage. Effettivamente era ridotta proprio male ma è indispensabile per arrivare alla sponda orientale di Dettifoss. Un buon test per gli ammortizzatori.

Road 901 – Questa ve la consiglio veramente, è una deviazione rispetto alla ringroad tra Egilsstadir e Myvatn e attraversa un panorama letteralmente lunare per arrivare al paesino di Möðrudalur. Un luogo fuori dal tempo e dal mondo.

road 901 iceland

Road 939 – Viene molte volte consigliata dai navigatori in quanto accorcia di 16km l’arrivo a Egilstadir, ho visto anche macchine compatte sul percorso ma vorrei precisare che è un alto passo montano chiamato “Oxi” e la strada è a tratti molto pendente e piena di buche. Se dovete farla ai 30km/h con una compatta… tanto vale che fate 16km in più su una asfaltata.

Road 59 e parte della Road 54 – Se provenite da nord (Akureyri) e siete diretti a Stykkishólmur e non volete fare il giro del globo potete buttarvi su questa combinazione di strade. Nonostante non si capisca la differenza su Google la 54 fino a Stykkishólmur è TUTTA sterrata e zeppa di buche. In questo caso ci passerete una buona oretta in quanto la distanza da percorrere è oltre 80km, il panorama però è fantastico.

Road 550 – F550 – in questo caso anticipiamo il prossimo articolo, questa è definita la “F-Road per principianti” perchè in realtà non è più una F-Road. La strada si chiama: Kaldidular e collega Husafell col Golden Circle. Necessaria per raggiungere alcune parti interne dell’isola vi permette di attraversare una zona molto suggestiva. Durante tutta la prima parte potrete godere di una bellissima vista sul maestoso Langjökull (un ghiacciaio largo 50km).

Leggi Anche: Come Organizzare un Viaggio in Islanda in Estate

Guidare in Islanda sulle F-Road

Le strade con codice anticipato da lettera “F” indicano una strada di montagna destinata esclusivamente al traffico di mezzi equipaggiati 4×4. Mi preme anticipare che queste strade son indicate per persone consapevoli e in grado di utilizzare al meglio mezzi 4×4 e saper gestire le eventuali problematiche del caso. Ho quindi preparato un articolo dedicato per cercare di esser completo senza annoiarvi.

Leggi Anche: Guidare in Islanda sulle F-Road

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Guidare in Islanda sulle F-Roads

L’Islanda è la patria dei fuoristrada, guidare sulle mitiche F-Roads è una vera e propria avventura ma andiamo con ordine.

Dopo il nostro ultimo viaggio in Islanda in molti mi hanno chiesto se fosse il caso di addentrarsi o meno sulle F-Roads in Islanda, questo articolo nasce con lo scopo di sensibilizzarvi e disincentivarvi se non avete conoscenze di guida 4×4.

Photo by Shadman Sakib on Unsplash

In Islanda troverete tantissimi tour organizzati da personale qualificato che vi permetteranno di intraprendere fantastiche esperienze in tutta sicurezza, se non vi sentite sicuri io vi suggerisco di cominciare da li oppure dal nostro articolo relativo alla guida in Islanda. Se poi volete avere un quadro più ampio noi siam qui per questo:

Per prima cosa “F-Road” non è sinonimo di “Off-Road“, guidare fuori dalle strade segnalate in Islanda è ILLEGALE, oltre che essere pericolosissimo, irresponsabile e soprattutto irrispettoso verso la natura, se vi beccano vi fanno un <<mazzo tanto>>.

Le F-roads sono strade stagionali (verifica l’apertura su road.is) percorribili solo da mezzi definiti “Mountain Vehicle”. Qui però si apre un mondo perché nonostante l’accesso sia severamente vietato alle auto 2WD spesso si fa l’errore di sottovalutare o non conoscere la propria 4WD. Un urban suv non è come un Land Rover Defender, inoltre, quando pensate che la vostra auto sia “adeguata” vi invito a considerate che mediamente gli islandesi si muovono sulle highlands con mezzi fatti cosi:

Cerco di essere estremamente chiaro e categorico, mi perdoneranno i siti o i forum che vi dicono di fregarvene e partire. Io sono profondamente convinto che l’avventura sia il miglior modo di viaggiare ma quando ci si trova in luoghi cosi remoti la precauzione e la consapevolezza devono essere il primo motore della vostra esperienza.

Quindi, le prima domanda da porsi è la seguente:

Quanto sono informato sulla guida di un 4×4?

Se siete qui probabilmente la risposta è “per nulla” o “una volta ho guidato in montagna in Italia”; partendo dal presupposto che state per andare in una delle terre più inospitali della terra, questi sono i ragionamenti da fare:

Devo per forza fare una F-road?

NO! Prendere una F-Road in Islanda non è “obbligatorio”, non siete sfigati se non le fate ma sicuramente siete incoscienti se le fate senza esserne in grado.

Le F-roads portano per lo più nella regione degli altopiani Islandesi, una regione remota e affascinante ma severa. Le mete più note per le quali serve una f-road sono il vulcano Laki ma anche la bellissima zona di Landmannalaugar.

Ho una macchina adatta e un’assicurazione specifica per F-Roads?

Per guidare un 4×4 sulle F-Roads in Islanda non basta noleggiare un 4×4, bisogna anche saperlo usare e soprattutto conoscerne i limiti tecnici. Una guida consapevole su F-Roads comprende almeno due elementi:

Conoscere il vostro mezzo e conoscere la vostra strada.

La tematica dell’imprevedibilità del meteo è poi centrale, una strada che oggi potrebbe essere facile e priva di imprevisti domani potrebbe obbligarvi a guadare un fiume in piena alto 40-50cm con tanto di corrente. Se la vostra auto ha un pescaggio inferiore già dovete tornare indietro e questo significa a volte fare ore di strada. Poi, non so che tipo di esperienza avete voi, ma cosa fate se ad esempio la macchina si ferma mentre state guadando il fiume? Se la vostra risposta è “non so, spero che non accada, in caso chiamo il carro attrezzi” allora forse avete sbagliato sito.

Gran parte delle società che noleggiano le auto in Islanda non permettono ai propri clienti di guidare sulle F-Roads a meno che l’auto noleggiata non sia una specifica auto 4×4 abilitata per le F-roads. In quel caso dovrete anche stipulare una assicurazione specifica (ve la consiglio) che non è quella delle gravel road. Tante compagnie non rispondono se avete problemi su una F-road e ci tengo a precisare che qualsiasi cosa accada mentre state attraversando un fiume NON è coperta da assicurazione.

Io ho noleggiato una Dacia Duster 4×4, quando ho chiesto l’assicurazione per le F-Roads l’operatore del car rental ha sgranato gli occhi chiedendomi con voce insicura “ma dove devi andare?”. Cercano giustamente di prevenire il fatto che persone sottovalutino la cosa come spesso accade.

In Islanda per alcune F-Roads particolari (vedete poi sotto) un 4×4 non è sufficiente, serve appunto un veicolo da montagna in grado di superare avvallamenti ripidi, guadi imprevisti e passaggi tecnici, in questi casi, ovviamente i cavalli del motore e le marce ridotte fanno una enorme differenza. In molte situazioni è meglio essere almeno in 2 macchine in modo da potersi aiutare a vicenda in caso di problemi.

Se poi siete indecisi sulla dimensione dell’auto dipende anche da quanti passeggeri avete e da quanti bagagli vi portate dietro:

Leggi anche: Cosa portare in Valigia per un viaggio in Islanda

So cosa fare se qualcosa non va?

Parliamoci chiaro, non vi consiglierò mai di spingervi in luoghi così remoti dove molte volte il telefono non prende e passano 3 macchine al giorno senza che ne siate totalmente convinti. In questi casi il limite è posto dall’equilibrio tra la voglia di esplorare e la propria conoscenza. Andate se ve la sentite, e se volete strafare fatelo in un luogo dove potete sbagliare senza problemi (In italia ci sono molte academy 4×4 molto istruttive e divertenti).

Photo by Fernando Puente on Unsplash

La sto mettendo giù un po’ grave, me ne rendo conto ma voglio solo sensibilizzarvi ad una terra complessa, dove il meteo e la pianificazione possono veramente fare la differenza.
Detto ciò arriviamo al dunque:

Le Principali F-Roads in Islanda

Sono abbastanza sicuro di poterci andare, quali strade mi consigli?

froad iceland
Fonte

F208 – Con un SUV medio 4×4, se le condizioni meteo e stradali lo permettono, la combinazione di F26 + F208 per Landmannalaugar sono un must. Per quanto può valere è una strada “abbastanza” frequentata in alta stagione.

Attenzione, la via di accesso da nord indicata vi permette di fare solo gli “ultimi 30 km” su strada sterrata, ci metterete comunque almeno un ora per farli.

Mi sento di sconsigliarvi di arrivare con la F208 da sud se non avete un mezzo 4×4 di grandi dimensioni.

Tutta l’area risente del vicino vulcano Hekla che essendo un enorme vulcano subglaciale causa spesso imprevedibili e torrenziali allagamenti.

Controllate sempre il sito safetravel.is o road.is prima di andarci.

Attenzione, se non siete esperti non addentratevi ulteriormente sulla F26 in quanto è una f-road a tratti molto complessa e richiede dotazioni di livello superiore rispetto ai suv. vedi sotto.

F35 – Sempre con un suv potreste percorrere la F35, su questo sito trovate un ottimo itinerario. Parte da Gullfoss e attraversa l’altopiano di Kjölur toccando punti incantevoli come il Kerlingarfjöll.

F946 – Consigliatami dall’operatore dell’autonoleggio, ha rampe da vertigine ma i panorami sono mozzafiato.

F550 – Infine vi consiglio di nuovo la ex F550 di cui abbiamo parlato nell’altro articolo relativo alla guida in Islanda.

!!! Anche se li ho linkati sopra non fidatevi mai troppo dei video fatti da altre persone, possono solo servire da traccia per capire com’è il tragitto, le strade sono molto variabili e soprattutto i guadi sono per definizione imprevedibili.

Questo è invece l’elenco delle F-Roads sulle quali non penserei minimamente di addentrarmi. Rivaluterò la cosa dopo aver partecipato a corsi di guida 4×4.

F26 – Una delle più lunghe e complesse f-roads islandesi (circa 240km). Decine di attraversamenti a volte anche molto lunghi e tortuosi, assolutamente da evitare in caso di condizioni climatiche minimamente avverse. Il telefono non prende in molte parti quindi assicuratevi di avere un buon gps e una mappa dettagliata per le emergenze.

F206 – E’ famosa perchè porta al vulcano Laki, il problema in questo caso deriva dal fatto che i fiumi da guadare possono essere molto profondi. Evitate di percorrerla se siete da soli.

Stai organizzando un viaggio in Islanda?

Leggi Anche: Come Organizzare un Viaggio in Islanda in Estate

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Cosa portare in valigia per un viaggio in Islanda d’estate

Se avete pianificato un viaggio in Islanda in estate (Luglio-Agosto) e state per preparare la valigia siete nel posto giusto.

Leggi Anche: Come Organizzare un Viaggio in Islanda in Estate

Per prima cosa dovete sapere che, oggettivamente, comporre una valigia per questo genere di destinazioni è di base complicato. Non siete soli.
Occorre poi considerare numerose variabili che tipicamente sono quelle di un viaggio in montagna, questo vi porterà inevitabilmente ad avere una valigia voluminosa.
Una piccola nota a margine preventiva: l’elenco che vi riporterò di seguito è una puro suggerimento che può servire come traccia per un viaggio di 10-12 giorni e pernottamento in strutture, non avendo competenze sui popolari tour in camper o tende non vorrei dare info incomplete.

Ok, siamo in piena estate ma vi ricordo che state andando in uno stato che nel suo punto più a nord sta 3km sotto il circolo polare artico.
Fate conto di essere costantemente a 2000m di altitudine, tipo nelle dolomiti italiane; quando c’è il sole la temperatura è gradevole 15-17 gradi, quando però c’è il vento o peggio ancora la nebbia e la pioggia, bhe allora dovrete armarvi di tanti strati. Tanti!


Due cose non sono da sottovalutare: il vento e la pioggia, per mia modestissima esperienza l’indumento più importante è quello che si chiama “hardshell” ossia un buon giubbino antivento e antipioggia meglio se in GoreTex o tecnologia analoga (Dryvent). Non risparmiate, serve con regolazione completa del cappuccio se no il vento ve lo fa saltare in 3 secondi.

Il vento può essere molto forte e improvviso, una bellissima mattina al Jokulsarlon si è trasformata nel giro di mezz’ora in un infernale luogo con vento a 40km/h e pioggia battente, roba che a stento riuscivo a restare fermo a fare una foto.

Questa è stata la nostra valigia per un viaggio in estate in Islanda, se nel tragitto trovate una sistemazione con lavatrice potete anche smezzarla

  • Intimo classico
  • 2 Maglie termiche (seconda pelle ultra attillate) van bene quelle della Decathlon nella sezione calcio oppure una in lana.
  • 1 Calzamaglia termica
  • 3 tshirt traspiranti per i trekking
  • 6 tshirt normali cotone
  • 2 Pile di varia entità (pesanti e intermedi)
  • 1 Felpa pesante
  • Giacca a Vento (shell) per fare da guscio, deve essere quindi: antipioggia e antivento, ma traspirante.
  • 2 Pantaloni tecnici da montagna (1 è imprescindibile, prendetene 2 se pensate di fare escursioni). Io ho sempre usato questi qua.
  • Per i giorni in cui soggiornate in città a Reykjavik potete portarvi un paio di jeans (in caso sotto ci mettete i collant). Non usateli mai per fare le camminate, se cambia il tempo vi ritrovate zuppi d’acqua.
  • Sono fondamentali scarpe comode, non fate quelli che vanno per sentieri con le adidas estive, tra fango, pantani e terra meglio se vi portate un bel paio di scarpe tecniche da montagna e impermeabili in goretex (salomon, the north face, la sportiva, scarpa, ecc…)
  • Portatevi anche un paio di scarpe invernali di scorta se volete andare in qualche ristorante o per girare in città.
  • 3 Paia di calze da montagna, almeno uno pesante e uno leggero
  • Calze normali invernali
  • Guanti, scaldacollo in pile e scaldacollo light per le mosche nell’area del lago Myvatn.
  • Zaino 25-30l per portarsi dietro i vari strati durante le escursioni. importante, deve avere anche la raincover!
  • Importante: In Islanda l’acqua NON si compra al supermercato, è uno dei posti migliori al mondo (forse il numero uno) per bere l’acqua del rubinetto, portatevi una borraccia!
  • Costume da bagno, ciabatte e telo in microfibra per i bagni alle terme o nelle “pozze” pubbliche dove fare il bagno nell’acqua calda. Ma questo lo sapete già.
  • Pigiama pesante (o almeno braghe e maniche lunghe)
  • Crema solare per il viso
  • Alcuni Oggetti: Torcia, Medicine (in Islanda costano tanto e necessitano di prescrizione medica), mappa cartacea (in alcuni luoghi il cel non prende), una sacca impermeabile tipo quella da campeggio di Decathlon.

Un ultimo consiglio da inserire in valigia se soggiornate come noi in appartamenti portatevi dei cibi pronti da casa (tipo i risi star o i noodles in busta), in alcuni casi potrebbero salvarvi la vita. I supermercati si trovano un po’ ovunque ma diciamo che non è semplice orientarsi nelle gastronomie, soprattuto se andate la sera. Inoltre, essendo le giornate lunghe vi capiterà di arrivare in appartamento tardi e i supermercati, cosi come tutti i negozi in Islanda, fanno orari ridottissimi. Tanti siti lo reputano inutile ma…volete mettere un bel risotto ai porcini a sforzo zero quando il primo supermercato decente è a 40-50km di distanza?

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Cosa vedere a Kyoto

Cosa vedere a Kyoto? Ecco, bella domanda, in questo post andremo ad elencare i principali punti di interesse dell’antica capitale Giapponese.

Kyoto è una città magnifica, risparmiata per miracolo ai bombardamenti della seconda guerra mondiale conserva gran parte del patrimonio culturale del paese.

Per fare un confronto con la nostra bellissima Italia possiamo tranquillamente paragonare (con le debite proporzioni) Kyoto a Roma.

Scegliere “cosa vedere” in una città tanto maestosa è veramente un processo di selezione imbarazzante; considerate solamente all’interno dell’area metropolitana troverete una ventina di siti patrimonio UNESCO e più di 1500 templi, tanto per citare due dati. Se questo non vi basta e avete tempo, potete mettervi a sfogliare l’interminabile lista dei beni storici (o quella dei beni paesaggistici) presenti a Kyoto.

Scegliere accuratamente i luoghi di interesse è molto importante ma in una città come questa potrebbe sembrarvi caotico e impossibile ma noi siam qui per questo, partiremo quindi dalle basi. Kyoto è famosa per migliaia di cose ma alcune di queste sono più importanti di altre:

A Kyoto c’è un tempio particolarmente bello e famoso:

Alzi la mano chi non ha mai visto almeno una foto dell’incredibile “tunnel” di torii rossi che si snodano nella foresta.

Questo posto fantastico si trova su una delle tante colline che circondano la città e si chiama Fushimi-Inari, ne ho parlato approfonditamente in questo post e vi rimando quindi all’articolo specifico. Cliccate qui:

Leggi Anche: Visitare il Fushimi-Inari

Tempo da Dedicarci: Mezza giornata (tardo pomeriggio e sera preferibilmente)

A Kyoto trovate il maggior esempio di Giardino Giapponese e di Architettura Domestica del periodo Heian:

E’ la Katsura Imperial Villa, un luogo tanto magico quanto poetico.

All’interno della vastissima area troverete una gigantesca villa suddivisa in padiglioni e distribuita in un curatissimo giardino in maniera talmente equilibrata e maniacale da sembrare un gigantesco quadro.

Per la realizzazione del suo monumentale giardino l’architetto ha espressamente richiesto “fondi illimitati”. Momento sobrietà.

Per visitarla occorre “applicarsi” prenotando online con largo anticipo, dovrete poi seguire le istruzioni indicate sul sito ufficiale e pianificare con cura l’orario e la data della visita. Attenzione: i tour sono obbligatoriamente guidati ed è una villa imperiale, dovranno registrare i vostri documenti per farvi entrare.

Tempo da Dedicarci: Mezza giornata (è da considerare il fatto che non ci sono autobus vicini)

A Kyoto c’è il Giardino Secco (Giardino Zen) più importante

Gran parte delle scuole buddiste Zen hanno sede a Kyoto. Senza entrare troppo in dettagli tecnici, il giardino secco è un elemento comune a tutti i templi delle scuole Zen in quanto parte fondamentale della meditazione.

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fonte: japan-guide.com

In molti casi il giardino è una grande metafora dei dilemmi della vita e dell’impossibilità di comprendere a pieno il mondo che ci circonda e il tempo che scorre.

Il tempio Ryōan-ji che vedete qui sopra in foto appartiene ad una branca della scuola Rinzai ed è oggettivamente riconosciuto come uno dei massimi esempi di giardino secco giapponese (Karesansui).

Tempo da Dedicarci: Un paio d’ore

Nei Paraggi: Visitate anche il Kinkaku-ji (il bellissimo Padiglione d’Oro) per riservare alla zona una mezza giornata

Un enorme complesso di Templi costruiti senza nemmeno un chiodo

Parlo ovviamente del magnifico Kiyomizu-dera, uno dei templi più famosi di tutto il Giappone.

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fonte https://www.ancient.eu/

Patrimonio UNESCO è stato anche sito finalista per esser incluso nelle 7 meraviglie del mondo moderno. Se vi pare poco.

Pensate che la struttura principale (Otowa-san) ha un enorme terrazzo in legno, sostenuto da 139 pali giganti di 15 metri di altezza. Tutto questo costruito totalmente ad incastro.

Il complesso comprende diversi altri santuari, tra cui il Jishu Jinja, dedicato a Unkuninushi, kami shintoista dell’amore. Questo piccolo santuario possiede due “pietre dell’amore” poste a 18 metri di distanza; i visitatori possono provare a camminare con gli occhi chiusi da una pietra all’altra. Il successo nel raggiungere l’altra pietra implica che il pellegrino troverà l’amore. Potete anche farvi assistere nell’attraversamento. Attenti a non farvi male.

Per raggiungere il Kiyomizu-dera passerete per l’ affascinante quartiere di Higashiyama con le sue vie lastricate e i negozietti tipici vi sembrerà di essere nell’antica Kyoto.

Nota: Il tempio è attualmente coperto da impalcature per lavori di ristrutturazione che verranno ultimati a Marzo 2020

Tempo da Dedicarci: Almeno mezza giornata per girare con calma anche nel quartiere circostante.

Nei paraggi: Visitate prima il Gion e poi passate nel complesso del Yasaka-Jinja per poi salire al Kiyomizu-dera

Ok, se siete arrivati a questo punto significa che avete già riempito 2 giorni di visita a Kyoto, e non fate i furbi che voi ste cose le vedete tutte in una giornata.

Per cogliere il fascino di questi luoghi serve CALMA.

Avete anche un altro giorno e non sapete che fare?

Bene, procediamo con:

A Kyoto ci sono due tra i più antichi santuari di tutto il Giappone:

I santuari di Kamo (Kamigamo Jinja e Shimogamo Jinja) sono tra i patrimoni UNESCO della città e sono rispettivamente del VII e VI secolo.

Al santuario minore (quello più antico) è affidato l’importantissimo compito di assicurare il successo delle annuali raccolte di riso ed è collocato nella Foresta della Verità, un’antica foresta che, si dice, non sia mai bruciata e non sia mai stata toccata dall’uomo.

Fuga ad Arashiyama

L’intera zona di Arashiyama vale la visita ma non per la famosa foresta di Bamboo che rimane comunque, purtroppo, il punto più “instagrammato” di Kyoto.

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fonte: veltra

Come vedete da questo sito, trovate una serie interminabile di punti di interesse, esplorabili, ad esempio, in bicicletta. Potete anche farvi un bel tour in barca, Arashiyama è una zona totalmente verde! Insomma io capisco che questa foresta di Bamboo sia pubblicizzata ovunque ma il luogo è letteralmente preso d’assalto quotidianamente da una folla spropositata.

Il Giappone sarà la tua prossima meta?

Leggi Anche: Come Organizzare un viaggio in Giappone

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Monte Fuji: I 5 Migliori Punti Panoramici

In questo articolo vi elencherò i 5 migliori punti panoramici da cui osservare il Monte Fuji ed evidenzierò i metodi più rapidi per raggiungerlo..

Un Simbolo Nazionale

L’iconica forma del Monte Fuji lo rende probabilmente il simbolo più famoso e riconoscibile del Giappone.

Il vulcano ha una forma quasi perfettamente simmetrica, indubbiamente fotogenico, è stato immortalato in moltissime opere, tra le più famose ricordo le “Trentasei vedute del Monte Fuji” di Hokusai.

Con i suoi 3776 m è anche la montagna più alta del Giappone, nonché una delle tre montagne sacre del paese.

Alla sua base si apre una regione di laghi, altipiani, cascate e grotte che compongono un paesaggio magnifico, inserito nel patrimonio UNESCO.

Visitare la regione dei 5 laghi è una bellissima idea per una “fuga” in giornata dal caos apocalittico di Tokyo. Considerando 2h di percorrenza si arriva infatti a Kawaguchiko, città affacciata sul più grande dei laghi che circondano il monte.

A questo punto dobbiamo essere chiari, le fantastiche vedute da cartolina non sono propriamente semplici da trovare, bisogna avere un po’ di fortuna col meteo e capitare nel momento giusto della giornata. La cosa peggiora notevolmente nelle umide estati giapponesi quando il Fujisan è costantemente velato da una fastidiosa foschia. Potete vedere lo stato in real time del monte attraverso le numerose webcam da questo sito.

In estate potete pure pianificare un’escursione per salire sulla vetta ma questo è tutto un altro discorso.

Andiamo ad elencare i punti panoramici:

La nostra Scelta:

Panorama del Monte Fuji dalla Pagoda Chureito a Fujiyoshida

Scattare una foto del Fuji riflesso su uno specchio d’acqua è bellissimo ma nulla può battere la pazzesca vista del Fuji dalla pagoda Chureito.

Se siete fortunati e ci potete andare durante la fioritura dei ciliegi avrete praticamente tutto il Giappone in un solo scatto.

Questa è anche la soluzione più comoda e veloce se soggiornate a Tokyo e volete fare una giornata nella zona del monte Fuji.

Ad esser precisi il Fuji si vede anche da qualche alto rooftop di Tokyo in una giornata molto limpida, ma… non è esattamente la stessa cosa.

Per arrivare serve prendere una combinazione di 3 treni, scendendo alla stazione “Fujiyoshida”. Usciti dalla stazione tra voi e il punto panoramico ci sono circa 400 scalini.

Consiglio bonus: cercate di godervi il tramonto da questo bellissimo punto. E’ molto affollato ma ne vale la pena.

Panorama del Monte Fuji dal Lago Kawaguchiko

Fuji mountain and pier at Kawaguchiko lake, Japan

Arrivati alla stazione di Kawaguchiko potete procedere a piedi (circa 2km) per arrivare sulla riva del lago e scattare una foto del Fuji riflesso sull’acqua. Dalla stazione potete anche prendere un autobus circolare che vi porta nei principali punti di interesse della zona. Questa è probabilmente la miglior opzione per fotografare il monte riflesso sullo specchio d’acqua.

In questa zona trovate anche il “Maples Corridor” un particolare punto in cui un corridoio di aceri accompagna la vista del Fuji, particolarmente consigliato nel periodo autunnale. Per ulteriori info vi rimando a questo articolo.

Per raggiungere i prossimi punti dovrete noleggiare un’auto  oppure prendere autobus specifici dalla stazione di Kawaguchiko (informatevi sui percorsi e sugli orari presso il Visitor Center presente nella stazione). Trovate info su come muovervi a questo link

Panorama del Monte Fuji dal villaggio di Oshino Hakkai

E’ un piccolo villaggio situato sul quello che una volta era il sesto lago oggi prosciugato. Sul posto trovate otto stagni alimentati dalla neve che si scioglie e che filtra dalla montagna attraverso strati porosi di lava. L’acqua di sorgente è molto chiara ed venerata dalla gente del posto. Questo sito è dichiarato monumento naturale nazionale e insieme al Fuji è protetto dall’UNESCO.

Il villaggio di per se è una cosa iper-turistica, da qui però possiamo scattare bellissime foto sfruttando le riproduzioni di antiche fattorie con tetti in paglia presenti nel museo Hannoki Bayashi Shiryokan che circonda il più grande degli 8 stagni.

Da Kawaguchiko station prendere la linea autobus “World heritage Bus Line”

Vista dai campi di Tè di Obuchi Sasaba

Questa splendida vista può essere apprezzata nei pressi della città di Fuji, nella prefettura di Shizuoka. La città è nota per il tè verde e si trova a circa 30 km dal Monte Fuji. Ci sono molti punti panoramici sul Monte Fuji in città, ma le piantagioni di tè a Imamiya e Obuchi Sasaba sono particolarmente caratteristiche.

Gli alberi da tè sono allineati verticalmente e orizzontalmente e si può godere della magnifica vista del Monte Fuji.

Queste viste sono spesso descritte come “i cuscini verdi del Fuji”

Il periodo migliore per visitarlo è maggio prima che inizi la raccolta. Rimane ancora neve sulla punta del Fuji che crea lo straordinario contrasto con foglie di tè verde, il cielo blu e neve bianca.

Nota: In questo caso dovrete avere un’auto per raggiungere il posto. La stazione autobus più vicina si trova ad alcuni km di distanza.

Panorama del Monte Fuji dal Lago Motosuko

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Per arrivare a questo remoto lago l’opzione più comoda resta la macchina, in alternativa dalla stazione di Kawaguchiko dovrete prendere un autobus (Omni Bus – Blue Line).

La vista non è particolarmente diversa rispetto a quella che avete sul lago Kawaguchiko del punto 2 ma questo luogo è attualmente immortalato sulle banconote da 1000 YEN (nel 2024 verranno sostituite con l’immagine della famosissima xilografia  “La grande onda di Kanagawa” di Hokusai)

Altra alternativa molto simile e molto gettonata dai fotografi è il lago Tanuki. La vista non varia molto. In questi casi vi consiglio di verificare in anticipo l’orientamento del sole per non averlo esattamente di fronte.

BONUS:

Concludiamo l’articolo sui 5 Punti panoramici del Monte Fuji con un bonus. Questo luogo non si trova nella regione dei 5 laghi, dista circa 30km e dovrete trovare una giornata molto limpida per vedere il Fuji ma merita sicuramente di essere elencato:

Panorama del Monte Fuji dal Lago Ashino-ko

fonte: Wikipedia

Il lago con il Monte Fuji sullo sfondo e il Torii della Pace del Santuario di Hakone rappresentano l’immagine simbolo della città di Hakone.

Per fare la foto che vedete sopra vi serve un teleobiettivo e dovrete recarvi nella zona di Moto-Hakone, vicino al molo di arrivo della nave dei tour in veliero sul lago.

Questa è la nostra proposta, conosci un luogo o un panorama unico dello spettacolare Monte Fuji? Scrivicelo nei commenti!

Il Monte Fuji è una tappa fondamentale. Hai già letto il nostro articolo su come Organizzare un Viaggio In Giappone?

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Noleggio Auto: 8 Cose da Verificare Prima di Partire

In questo articolo andremo ad elencare le 8 cose da verificare prima di partire con una auto a noleggio.

Molti sottovalutano la cosa ma vi assicuro che è uno dei momenti più delicati.

Mi è capitato varie volte di dover noleggiare un’auto all’estero nel corso dei vari viaggi, se anche voi avete già avuto modo di conoscere questo “mondo” comprenderete certamente il senso di questo articolo.

Scegliere la compagnia con cui noleggiare l’auto è sempre una sfida nella sfida, il 90% delle volte i vari operatori hanno recensioni pessime e non è semplice paragonarli.

Aggiungete il fatto che guidare all’estero è sempre delicato, senza scomodare i paesi con la guida a sinistra. Prestate sempre la massima attenzione e cercate di partire con tutte le tutele del caso. In futuro parleremo anche di come scegliere una buona agenzia e pagare il giusto per il servizio. Attenzione, ho scritto “il giusto”, non “il meno possibile”.

Il primo consiglio spassionato che vi do è quello di utilizzare il sito UFFICIALE del car rent per noleggiare l’auto, anche se costa di più. Spesso sui portali per il rent low cost pur di tenere il prezzo basso non vi informano circa i problemi di assicurazioni, franchigie e depositi cauzionali che spesso possono essere elevatissimi. Lo scoprite poi quando siete li davanti al desk e vi arrabbiate.

Al di la del tipo di assicurazione che avete sottoscritto (solitamente costa PIU’ del noleggio dell’auto stesso) questi sono i punti da verificare prima di partire, cioè, quando vi danno le chiavi e vi dicono:

la vostra macchina sta la, potete andare!

  1. Questa è imprescindibile, la più importante: Fate un controllo completo dei danni presenti sul mezzo, alcune compagnie fanno già un elenco e lo dettagliano sul contratto. Prestate particolare attenzione ai CRISTALLI e alle GOMME in quanto il 90% dei pacchetti assicurativi (compresi quelli che azzerano le franchigie) NON coprono questi danni. Spesso servono assicurazioni specifiche. Se trovate qualcosa segnalatelo immediatamente prima di spostare l’auto e fatevelo indicare sul contratto in modo che poi non sia imputabile a voi.
  2. Scattate una foto del quadro della macchina con i km percorsi e l’indicatore del serbatoio. Dovrebbero sempre indicare i km iniziali della macchina anche sul contratto. Questo diventa molto importante nei casi in cui le auto non abbiano chilometraggio illimitato.
  3. Chiedete qual è il numero da contattare e cosa fare in caso di problemi. Se succede qualcosa all’auto, dopo aver avvisato la polizia contattate subito l’agenzia per segnalare il danno. In alcuni casi, se non date notifica in giornata vi possono anche annullare il contratto e farvi pagare tutto il danno (letto una volta su un contratto Goldcar UK).
  4. Verificate anche l’esistenza della ruota di scorta o del kit e degli attrezzi di bordo (triangolo), sia per evitare contestazioni al rientro e soprattutto per non trovarsi nei guai.
  5. Chiedere con quale tipo di carburante è alimentata l’auto: in molti paesi i diesel ad esempio hanno nomi diversi e anche la benzina può avere sigle non comuni. Fatevi indicare il nome esatto per non avere dubbi amletici alla pompa di benzina.
  6. In caso vi fermi la polizia dovrete probabilmente esibire i documenti dell’auto, controllate di averli con voi.
  7. Se non siete all’aeroporto assicuratevi di aver chiara la “return zone” cioè, banalmente, dove riconsegnare l’auto. Se al ritorno dovrete lasciare le chiavi in una cassetta di sicurezza (capita spesso negli uffici piccoli o in aeroporti remoti non presidiati 24h su 24), sarebbe buona cosa fotografare il veicolo nel parcheggio del punto di noleggio per documentarne il rientro e l’assenza di danni.
  8. Conservate con cura il contratto di noleggio fino alla fine.

Ok, adesso potete partire!

Buon Viaggio

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Visitare il Fushimi Inari

Cos’è il Fushimi Inari?

Partiamo dalle basi, è un importantissimo santuario Shintoista e in quanto tale, è dedicato a Inari (Kami del riso e dell’agricoltura), “Fushimi-ku” è invece il nome del distretto in cui si trova.

Il santuario è arroccato su una montagna alta 233 m (Inari-San) e comprende diversi sentieri di pellegrinaggio verso altri santuari minori.  La particolarità di questi percorsi ha reso il tranquillo luogo di preghiera alla periferia di Kyoto, una delle attrazioni turistiche più famose del paese.

Il Fushimi Inari è noto principalmente per i suoi spettacolari sentieri totalmente avvolti da Torii rossi; immagine che avrete visto in migliaia di foto o articoli sul Giappone, incluso questo. Il santuario vanta un numero pazzesco di Torii, almeno 1000, alcuni hanno centinaia di anni.

Il fatto è che,  a mio modestissimo parere, questo luogo è talmente famoso ed evocativo che nella nostra concezione occidentale in molti casi identifica il Giappone stesso. Questo santuario è un’ icona, un po’ come  la sagoma del Fuji o il Torii sull’acqua di Itsukushima.

Leggi anche: I 5 Migliori Punti Panoramici del Monte Fuji

Non aspettatevi quindi di essere gli unici a volerlo visitare.

Detto questo, le prime cose da appuntarsi sono quindi: #Montagna #ToriiRossi e #TantaGente

diapositiva scattata dal sottoscritto ad Agosto 2019

Se siete su questa pagina però avete bisogno di info pratiche quindi:

Come arrivare a Fushimi Inari da Kyoto

Senza tanti giri di parole, ci si arriva col treno; c’è una fermata che si chiama (indovina) “Fushimi-Inari Station” sulla Keihan Line (non coperta da JR Pass) e una più comoda che si chiama “Inari” sulla Nara Line (questa è coperta da JR pass), entrambe le linee si prendono dalla centralissima e monumentale Kyoto Station.

Usciti dalle stazioni dovrete camminare per circa 2-300m per arrivare al Fushimi Inari Taisha e al primo gruppo di edifici dello spettacolare complesso.

Come Visitare il Fushimi Inari.

Vi ricordate che prima vi ho fatto scrivere “Montagna” ecco, prima cosa da sapere, per arrivare alla fine del percorso dovrete salire per circa 250m in uno spazio di poco più di 1 km, facendo 2 conti risulta una pendenza media del 18%, quindi, si! la cosa richiede impegno!

Non vi nascondo che ho sentito molte persone dire “ci facciamo tutto il percorso…” per poi incrociarle poco dopo mentre scendevano rinunciando.

In questo caso occorre un po’ di organizzazione, vi assicuro che vedere tutto è molto impegnativo, se siete buoni camminatori potete andare in scioltezza MA considerate sempre il fattore clima, andando in estate in particolare, il caldo renderà la sfida ancor più ardua.

La dimensione del complesso impone quindi una razionalità nel decidere “cosa” vedere e ve la farò breve: il 90% delle persone che troverete ci va SOLO ed esclusivamente per farsi la classica foto sotto le campate di Torii (vedete foto sopra). Il che è più che giustificabile, è indubbiamente fotogenico.

Organizzarsi!

Guardate un po’ questa mappa (la troverete anche all’ingresso del complesso) e fatevi una mezza idea prima di andare.

Io non son partito con l’idea di vedere tutto ma con l’idea di vederlo con calma senza il vero problema di questo luogo, l’altra cosa che vi ho fatto scrivere, “la gente”!

Quando andare e quanto stare?

Risposta breve: Andate prima mattina o al tramonto, contate di stare almeno 3 ore per visitare bene la parte “bassa” del Santuario (io son arrivato fino al cerchio rosso che vedete sulla mappa sopra).

Risposta ponderata: Senza molti giri di parole, in questo luogo c’è tanta gente durante il giorno, tanta da renderlo quasi insopportabile. Riuscire a farsi una foto come la vogliono tutti “senza gente” è utopia se non vi mettete a fare cafonate tipo bloccare la gente che cammina.

Credo sia però sbagliato come approccio: questo luogo ha un potere quasi mistico, surreale e come tale va vissuto. Io capisco che la foto dei torii in fila senza gente sia un “must” ma ve lo dico col senno di poi, quella foto per me non significa nulla!

L’unica cosa che ricordo in maniera indelebile è quella sensazione di assurda astrazione dalla realtà quando appena dopo il tramonto mi ritrovavo a camminare praticamente da solo coi miei pensieri attraverso queste cupe vie rosse. Ogni tanto qualche lucetta indica la via e a volte serve la torcia del telefono per illuminare la strada ma la vera magia di questo luogo si percepisce chiaramente in questi contesti.

Vi invito a ricercare queste sensazioni, la foto ricordo tra i torii vi sembrerà inutile dopo.

Ok, belle parole, ma quindi?

Detto questo, il mio consiglio è il seguente: arrivate al santuario per il tramonto e godetevi il buio della notte che sopraggiunge. non avrete problemi di tempo, è aperto 24h su 24.

Arrivate fino alla piccola piazzola che presenta un incrocio di 4 vie, già arrivare a questo livello in piena estate è stato molto faticoso.

Troverete davanti a voi un trivio, le 2 strade sulla destra corrispondono all’inizio e alla fine dell’anello che porta alla vetta del monte, sulla sinistra parte una lunga gradinata che porta ad un santuario minore dal quale si gode una vista fantastica sulla città di Kyoto.

E’ forse uno dei pochi panorami al tramonto della città. Buon viaggio.

Portatevi a casa un ricordo:

All’ingresso del santuario trovate in vendita piccoli torii di legno su cui scrivere i vostri desideri o le vostre speranze. Potete portarvelo a casa oppure appenderlo insieme agli altri.

Curiosità:

  • Se ve lo siete chiesto, esiste un vero e proprio listino prezzi per farvi costruire un torii all’interno del santuario. Facendo una offerta da 175mila yen (circa 1500€) potete permettervene uno da 15cm di diametro. Quelli grossi da 30 cm di diametro costano più di un milione di yen (circa 11 mila euro).
  • Ad oggi non si sa quanti torii siano presenti nel santuario, c’è chi dice addirittura 3000 ma considerando anche quelli piccoli la cifra arriva a 10000.

Sito Web: http://inari.jp/en/

Ingresso Gratuito

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5 Piatti da Mangiare in Giappone

Sottotitolo: Come rispondere brevemente alla domanda “Cosa mangiare in Giappone?” e giustificare l’incapacità di proporre un quadro più ampio della pazzesca cucina nipponica.

Una delle prime cose che mi chiedono quando dico che sono stato in Giappone è “ma mangiano solo il sushi la?”.

Ovviamente la risposta è no, il sushi fa parte delle innumerevoli possibilità.  Una delle prime cose che noterete in Giappone è proprio l’incredibile ricchezza (e qualità) del cibo.

Curioso di testare questa varietà nel corso del nostro primo viaggio in Giappone ho scelto di cambiare piatto ogni giorno.

Fiero di questo, ecco un elenco delle cose che vi consiglio di mangiare in Giappone:

Una delle prime cose da provare assolutamente si chiama “Okonomiyaki”. E’ uno dei cibi giapponesi più popolari. E’ simile a un frittatone con dentro cose varie, la particolarità sta nel condimento e nel fatto che viene cucinato direttamente su una piastra calda chiamata “teppan” che vi trovate normalmente inglobata nel tavolo del ristorante; se il nome vi suona familiare sappiate che da questa prende il nome la “Teppan-yaki” cioè la cucina su griglia in senso generale. “Alla Teppanyaki” potete mangiarci pure il pesce e la carne.  L’Okonomiyaki esiste in centinaia di declinazioni sulla base dei gusti e delle zone geografiche, la versione di Hiroshima ad esempio utilizza molto cavolo cappuccio e ci mette pure delle fette di pancetta.

Photo by Daniel Hooper on Unsplash

Bonus: menzione d’obbligo al Takoyaki, street-food tipico della zona di Osaka. Sono fondamentalmente delle polpettine di polpo che vengono cucinate su grandi piastre sagomate per strada. E’ un’ottima idea per uno spuntino, vengono condite con una salsa densa e dolciastra chiamata Otafuku e ricoperte da katsuobushi una cosa che pare viva ma in realtà è tonno essiccato tagliato talmente fine che tende a muoversi.

Photo by Amy Suraya on Unsplash

Curry Giapponese: questo mi ha sorpreso, il curry è parte integrante della cultura culinaria giapponese, se volete approfondire qui trovate un articolo che ne parla. Noi abbiamo assaggiato la variante curry con Tonkatsu e Riso (tutto in un piatto) se non ricordo male si chiama katsu karē (oppure Katsu Curry). Ci sono ristoranti che offrono la pietanza in molti formati, noi abbiamo preso quello più piccolo ma avendo visto l’XL vi posso garantire che è una sfida degna di Man vs Food

Photo by Stefen Tan on Unsplash

Il vero cibo-salvezza per le persone che fanno fatica col gusto della cucina giapponese si chiama Tonkatsu che è volgarmente una cotoletta di maiale tagliata a listerelle. In questo caso la particolarità sta nell’incredibile qualità dell’impanatura e dalle salse con cui è servito. Viene accompagnato con zuppa di Miso e ovviamente la “salsa tonkatsu”, simile alla salsa Worcester.

Photo by Charles Deluvio on Unsplash

Ramen, questo lo conoscete dai, è ormai famoso anche nel nostro paese. Il Ramen è un brodo caldo (caldissimo) di miso o di soia guarnito con fettine di maiale, alghe secche, cipollotti e Kamaboko (tipo surimi).

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In Giappone è molto popolare anche d’estate ma se volete stare più freschi durante il vostro viaggio potete provare i:

Soba freddi! chamati Zaru-soba. In questo caso  i tagliolini essiccati vengono prima bolliti e poi raffreddati sotto l’acqua fredda, vengono poi serviti con una scodella di men-tsuyu freddo nella quale immergerli prima di mangiarli. Spesso, dopo aver consumato la soba si beve il liquido rimasto nella scodella con l’aggiunta di acqua di cottura dei tagliolini.

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Mangiare in Giappone è un’esperienza, prendete questa lista come spunto ed esplorate, ogni cosa (come qui da noi) ha mille varianti e mille declinazioni sulla base della zona geografica.

Hai già letto il nostro articolo su come Organizzare un viaggio in Giappone? qui trovi un’indicazione sommaria dei costi dei pasti. Utile per farsi un’idea.

Come Organizzare un Viaggio in Giappone

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Come Organizzare un Viaggio in Giappone

Organizzare un viaggio in Giappone partendo da zero, prime cose a cui pensare:

Il Giappone più che una semplice meta è uno “status mentale” che che prima o poi va sperimentato.

Talmente remoto e lontano dalla nostra concezione che quando sta per arrivare il momento di tornare a casa, hai come una sgradevole sensazione di distacco, come se questa terra con le sue persone, i suoi gusti e i suoi colori ti avessero “adottato” per qualche giorno.

In questo post “preliminare” vi riporterò le problematiche con cui mi son scontrato nell’organizzare questo viaggio limitandomi a parlare esclusivamente dei luoghi che ho visitato: Area di Tokyo, Area di Kyoto, Koyasan e Hiroshima.

Prima volta in Giappone?

Se qualche motore di ricerca vi ha portato su questa pagina significa che il Giappone sarà la vostra prossima meta e che ci state andando per la prima volta.
Organizzare un viaggio in Giappone può sembrare complesso, in realtà basta qualche piccolo accorgimento e tanta pianificazione. Cerchiamo di metter in fila le principali tematiche dall’inizio.

Tra le migliaia di cose da sapere prima di continuare ci terrei per prima cosa ad evidenziare:

  • Cibo: dovrete essere flessibili, la salsa di soia è impiegata praticamente in ogni piatto il che da una connotazione estremamente dolce alla cucina. Questo direi che è imprescindibile.
  • Clima: Tutti (me compreso) continuano a porsi giustamente la domanda: “Quanto caldo fa in Giappone d’estate?“, cerco di sintetizzare ma di essere estremamente chiaro: Fa molto caldo, un caldo a cui non siamo abituati in quanto umidissimo. Sopportabile? a tratti si, a tratti no ma non è la death valley, non vi impedisce di muovervi.  Nel pianificare le vostre giornate considerate sempre di andare con estrema calma, l’unico vero effetto che può avere questo tipo di clima è quello di stancarvi in tempo zero. Sarete costantemente bagnati di sudore e nelle ore più calde il sole sarà molto potente, specie nelle città, portatevi un cappello.
  • Lingua: tasto dolente, non aspettatevi di fare grandi discorsi in inglese, il giapponese ha una fonetica totalmente diversa, (esempio, “McDonalds” un giapponese lo pronuncia più tipo: “MacoDoraldo”. Inoltre, vi sembrerà un po’ strano ma vi invito a non fermare la gente per strada per chiedere informazioni, la maggior parte delle volte potreste metterli totalmente a disagio o peggio farli sentire in obbligo nei vostri confronti. Assurdo ma è cosi. Potete invece dar retta alle tante (giuro) persone che vedendovi confusi si proporranno di aiutarvi, oppure chiedere alle persone in divisa, capitreno, ausiliari, polizia…

Se non l’hai già fatto ti consiglio di leggere anche il nostro articolo dedicato:

Le 5 Cose da NON fare durante un viaggio in Giappone

Cosa serve prima di partire:

In questo caso mi limiterò ad un semplice elenco puntato:

  • Passaporto in corso di validità. Al momento dell’ingresso nel Paese bisogna essere in possesso anche del biglietto aereo di ritorno (Fonte: Farnesina). Controlli molto stringenti, il visto non serve ma potete rimanere massimo 90 giorni.
  • Se pensate di noleggiare un’auto (cosa che col senno di poi vi sconsiglio) serve la patente internazionale (convenzione di Ginevra), la patente Italiana NON è valida anche se tradotta.
  • Assicurazione Sanitaria: non servono vaccini ma l’assicurazione sanitaria è necessaria. In Giappone non esiste la sanità pubblica (io ho fatto la Travel Care di Allianz).
  • Prenotare biglietti trasporti speciali (Japan Rail Pass o Regional Pass) – vedi paragrafo trasporti sotto
  • Un Pocket Wifi è fondamentale per navigare senza spendere una follia.
  • Alcune visite per luoghi particolari (ville imperiali o luoghi di culto) vanno prenotati con largo anticipo.

Dimensionare il viaggio

Il Giappone è abbastanza esteso (poco meno del doppio dell’Italia), suggerisco di riservare al viaggio almeno 2 settimane suddividendo i giorni come mostrato in mappa.

Per la prima volta vi consiglio il giro classico, nonostante sia per molti siti scontato e banale offre molti vantaggi (tra cui la comodità dei trasporti) e non vi priva della possibilità di fare vere e proprie esperienze (oggi molto ricercate dai viaggiatori).

Di “giri classici” ne trovate a centinaia, personalmente, se atterrate a Tokyo come credo il 90% di tutti quelli che vanno in giappone la prima volta, il consiglio è stare in città almeno 4/5 giorni per abituarsi, magari uno di questi giorni fate una gita a Yokohama, oppure Nikko, oppure andate a vedere il monte Fuji a Kawaguchiko.

Leggi anche: Monte Fuji: I 5 Migliori Punti Panoramici

Potete poi proseguire verso Kyoto dalla costa nord o dalla costa sud, al centro ci sono le montagne per questo ci si può solo girare attorno col treno.

La costa Nord vi permette di vedere normalmente Matsumoto e Kanazawa con una gita in giornata a Takayama e Shirakawa-go (PS: il treno tra Kanazawa e Kyoto non è uno Shinkansen).

La costa Sud vi permette di vedere il Fuji dal finestrino del treno ma onestamente Nagoya è una città evitabile per un primo viaggio.

A questo punto a Kyoto avete l’imbarazzo della scelta e i 5 giorni sono forse pochi, tra magnifici templi e luoghi di enorme importanza storica questa è l’antica capitale Giapponese scampata per miracolo alla seconda guerra mondiale.

Leggi anche: Cosa vedere a Kyoto

Aggiungete ovviamente l’immancabile gita in giornata a Nara, la città un tempo capitale spirituale del paese dove trovate il monumentale Todai-ji e un bellissimo parco pieno di cervi sacri liberi.

Oltre alle attività descritte una sera fate un giro alla splendida Osaka per vedere un altro giappone, personalmente una delle mie città preferite.

Ultima tappa è Hiroshima col parco della memoria e l’interessante museo a cui spesso viene affiancata l’isola di Mihajima col famoso santuario di Itsukushima e relativo Torii in mezzo al mare.

Una volta definito il tipo di viaggio e la durata possiamo pensare alla cosa più costosa del viaggio: il volo.

Scegliere il volo per un viaggio in Giappone

I due aeroporti principali sono il Narita di Tokyo e il Kansai di Osaka. Per arrivarci possiamo definire 3 livelli di viaggio:

  1. Diretto – Soluzione ottimale per permanenze brevi ma molto costoso.
  2. Un cambio in zona Europa – Soluzione solitamente economicamente bilanciata, prevede un volo di circa 2h + un volo di circa 12h.
  3. Un cambio in medio oriente/Russia/Singapore – Soluzione più economica ma il viaggio potrebbe durarvi anche 20h o più.

Cercate sempre di anticipare l’acquisto del biglietto, idealmente se dovete andare ad Agosto, cominciate a monitorare i costi a Gennaio.

Come Bilanciare il viaggio tra i punti di interesse

Per elencare le attività da fare e le cose da vedere troverete a breve su questo sito dei post dedicati suddivisi per zona.

I principali siti che ho utilizzato per selezionare le tappe del mio viaggio sono i seguenti:

Sulle guide troverete una serie sterminata di templi da visitare, il mio consiglio è quello di limitarli il più possibile in quanto dopo alcune visite vi sembreranno ripetitivi, soprattutto, una volta visto il monumentale Todai-ji di Nara o lo splendido e mai banale Fushimi-Inari di Kyoto, tutti gli altri perderanno gran parte del loro potere. Fate in modo di non vederli per primi.

Leggi Anche: Visitare il Fushimi Inari

Vi consiglio di intervallare la visita dei templi con qualcosa di più leggero, idealmente fate una giornata templi/santuari e una giornata altro.

Selezionare le sistemazioni

Una volta decise le destinazioni e i punti di interesse cominciate a pensare alle sistemazioni.

Riporto nell’elenco le sistemazioni prescelte nelle varie città, abbiamo scelto di fare metà vacanza in appartamento e metà in hotel per bilanciare i costi.

  • Trovare una sistemazione a Tokyo non è semplice, ha una dimensione paragonabile alla Lombardia e una popolazione pari a metà della popolazione italiana. Fate in modo di essere sulla circolare JR Yamanote, una stazione qualsiasi, se avete il JR Pass è compresa (non tutta la restante metro). E’ una città molto costosa, abbiamo soggiornato in una struttura della catena di apart-hotel mimaru.
  • Stessa cosa per Kyoto dove per un paio di giorni abbiamo soggiornato anche all’hotel Vischio by Granvia, di recente costruzione, tutto perfetto.
  • A Kobe abbiamo soggiornato nello storico e stellare hotel Oriental, personalmente lo reputo di gran classe (ha pure una pagina wikipedia).

In Giappone è molto importante trovare sistemazioni nei pressi delle principali stazioni perché gli spostamenti si fanno coi mezzi pubblici, ne parliamo meglio nel prossimo paragrafo.

Come ci si sposta?

Gran parte dei punti di interesse sono raggiungibili attraverso l’enorme e capillare rete ferroviaria giapponese, ad esclusione della zona di Kyoto che è da girare in Autobus.

Dovrete quindi considerare la mobilità pubblica come opzione primaria. Girare in auto in Giappone è lento, scomodo e poco piacevole. I limiti di velocità sulle costosissime autostrade sono ridicoli 80-100km/h, inoltre i parcheggi sono pochissimi e cari, l’idea molto nostrana di “ma si un posto dove buttar la macchina lo trovo” ve la dovete proprio scordare.

Il problema principale è che prendere i treni e gli autobus è un po’ complesso (almeno inizialmente). Bisogna sapersi orientare all’interno di stazioni veramente grandi con migliaia di persone che vanno qua e la. Google Maps purtroppo aiuta poco per quanto riguarda i mezzi (rimane impeccabile sulle mappe delle stazioni e sulle vie), magari ti mette il treno giusto da prendere ma gli orari e i binari non son quasi mai corretti, inoltre se avete un JR Pass molto spesso crea itinerari assurdi partendo dal presupposto che tutti i treni siano equivalenti; può capitrare che vi proponga tratte non coperte con JR Pass.

Alla fine mi son un po’ arrangiato “alla vecchia”, le mappe che trovate nelle stazioni sono solitamente molto chiare e bilingue, incrociando un po’ i dati con varie ricerche arriverete a destinazione. Non preoccupatevi troppo di questo aspetto, serve solo un po’ di pazienza in più.

Leggendo online ho trovato molti suggerimenti di app che si possono utilizzare, ho provato solo il sito internet Hyperdia e mi è sembrato valido, ci sarebbe poi l’applicazione perfetta, ma è solo in giapponese.

Ultima cosa, vi invito a non strafare con gli spostamenti in un singolo giorno, il Giappone è famosissimo per la proverbiale ed efficientissima rete di trasporti ma alla lunga districarsi costantemente tra stazioni grandi quanto una modesta città italiana diventa faticoso e snervante.

JR Pass si, JR Pass No

Veniamo quindi alla spinosa questione del JR Pass, il pass che ti permette di girare illimitatamente per 7,14 o 21 giorni sulle linee JR.

Inutile girarci tanto attorno, è molto costoso. Senza entrare troppo nel merito delle spese vi posso dire che la rete ferroviaria è tanto fantastica e precisa quanto cara sulle lunghe distanze. I conti tuttavia sono abbastanza semplici, uno Shinkansen da Tokyo a Kyoto costa in media più di 100€, stessa cosa per lo Shinkansen che va da Kyoto a Hiroshima. Atterrando e ripartendo da Tokyo e facendo anche solo queste 4 tratte vi ripagano gran parte del JR Pass che comunque copre una serie sterminata di tratte (praticamente quasi tutte tranne i Bus di Kyoto e la metro di Tokyo – potete in ogni caso usare la JR Yamanote Line -). Direi che se ipotizzate un viaggio da Tokyo a Hiroshima, conviene assolutamente averlo.

Se atterrate al Narita nel JR Pass è incluso anche il treno Narita Express che vi porta a Tokyo Station e costerebbe circa 30€ senza il pass. Attenzione: il posto su questo treno è SEMPRE da prenotare, andate prima negli appositi sportelli JR.

Per acquistare il JR pass muovetevi con anticipo, deve essere acquistato PRIMA di arrivare in Giappone, ci sono vari siti/agenzie che lo rivendono, noi siam assati per quello JR https://japanrailpass.net/en/

Ok, andiamo!  quanto mi costa?

Organizzare un viaggio in Giappone di base non è esattamente low-cost, anche se ci sono molti trucchetti per limitare le spese.

Se condividete il nostro approccio al viaggio dovreste tranquillamente riuscire a fare 2 settimane con meno di 3000€ a testa senza farvi mancare nulla.

La spesa che può portar fuori se non agite per tempo è quella del volo che può arrivare anche oltre i 1000€ a testa.

L’altra spesa importante per noi è stata nelle sistemazioni ma in questo caso se volete risparmiare il budget di 70€ a testa a notte lo potete anche abbassare di molto (non a Tokyo).

In questo caso dipende unicamente dal livello di confort che volete tenere quando viaggiate. Il mio consiglio è quello di riservare almeno 200€ per una camera almeno una notte in un ryokan serio o meglio ancora in un tempio a Koyasan. Non serve soggiornare per una settimana in una struttura del genere per entrare nella magia del luogo, normalmente questi posti offrono una cena tipica e la colazione giapponese inclusa. Esperienza da provare.

Considerate poi circa 100-150€ di assicurazione e mettete un budget di 20€ a testa al giorno per il cibo, è veramente difficile spendere di più se vi accontentate dei posticini che offrono cibo locale. Vi riporto alcuni esempi:

  • Okonomiyaki tipicamente non superano i 10€ a testa, con 15-20€ a testa fate un all-you-can-eat.
  • Tonkatsu (cotoletta solitamente accompagnata con cavolo cappuccio) anche qui siamo introno ai 10€
  • Noodles freddi e Bowl di riso condito 8€
  • Ramen: 8-10€
  • Sushi: Rispetto ai prezzi italiani è più economico. Se vi accontentate di un kaiten-sushi normalmente restate nei 10-12€ a testa, Salendo di qualità pagate in base al piatto, normalmente dai 3€ ai 6€ a piattino per una qualità discretamente alta.

Hai già letto il nostro articolo sui 5 Piatti da Gustare in Giappone?

In ogni caso il consiglio è quello di andare nei ristorantini piccoli che fanno un cibo specifico, decidete prima cosa mangiare e poi cercate strutture che offrono quella pietanza vicino a voi.

In questo primo post ho racconto alcune prime osservazioni generali che possono esservi utili come spunto se state pianificando un viaggio in Giappone.

Nei prossimi giorni troverete post dedicati alle singole zone con alcuni consigli più specifici.

Se avete domande, osservazioni o critiche scrivetemi pure nei commenti qui sotto!

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